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Indagine 2022 del CNI sul Codice di prevenzione incendi: focus FSE

#FireEngineering #Antincendio #FSE #CodicePrevenzioneIncendi #CNI

 

Su proposta ed iniziativa del GdL Sicurezza del CNI è stata realizzata un'indagine conoscitiva volta a verificare lo stato di applicazione del Codice di Prevenzione Incendi a quasi sette anni dalla sua introduzione. Il nuovo sondaggio ha analizzato diversi aspetti legati alla sua applicazione, a partire dal grado di applicabilità e di conoscenza dello stesso da parte dei quasi 1.500 ingegneri iscritti agli elenchi dei professionisti antincendio del Ministero dell’Interno (D.Lgs. 139/2006 – ex L. 818/1984) intervistati.

Per quanto riguarda l’eventualità di ricorrere a soluzioni alternative ed ai metodi dell'ingegneria della sicurezza antincendio (FSE - fire safety engineering) evidenzia una integrazione di tale metodologia ancora parziale tra i professionisti, sebbene in crescita. Ciò potrebbe essere dovuto alla propensione a considerarla una metodologia progettuale di nicchia, un approccio considerato "difficile" e che richiede specifiche competenze, pur offrendo indubbie opportunità per lo sviluppo dei progetti con il Codice di prevenzione incendi, essendo praticamente sempre assicurata la possibilità di ricorrere alle soluzioni alternative. Infatti, tra gli ingegneri intervistati, il 38,9% ha utilizzato nei progetti solo soluzioni conformi, il 28,3% raramente ha fatto ricorso a soluzioni alternative anche utilizzando le metodologie progettuali FSE e il 19,3% si avvale della collaborazione di un collega, qualora se ne presentasse la necessità, esperto in Fire Safety Engineering e ben il 27,8% vede in questa metodologia progettuale il futuro della prevenzione incendi. Ciò che emerge di rilevante è che il ricorso a soluzioni alternative con il supporto della FSE si conferma in piena crescita, segno appunto che i progettisti ne riconoscono le potenzialità, pur avvalendosi della collaborazione di colleghi specialisti e in parte evidenziando come questa dovrebbe poter essere più accessibile, sia regolata che modulata meglio. Il 27,8% vede in questa metodologia proget- tuale il futuro della prevenzione del rischio incendi, mentre per il 2% del campione essa è fondamentalmente inutile.


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